Calatafimi

calatafimi

Calatafimi Segesta è un comune italiano di 6 593 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia.
Questo piccolo paese è al centro di un territorio che fu toccato dapprima dal mito, che narra come Eracle, attraversandolo, durante una delle sue fatiche, si sia ristorato presso le Terme Segestane. Il mito poi si fuse con la storia e in questo stesso territorio il troiano Enea, diretto verso il Lazio (dove i suoi discendenti avrebbero eretto Roma), avrebbe fondato la città di Acesta.

Calatafimi Segesta resta il centro abitato odierno più vicino, sia dal punto di vista geografico, che da quello etno-antropologico, all’antica civiltà degli Elimi, che popolarono Segesta. Calatafimi Segesta è infatti l’unico sopravvissuto dei tre insediamenti, che recentemente sono stati definiti le tre “Segeste medievali”. Questi tre centri sorsero sul territorio di Segesta dopo il suo dissolvimento, ed in essi, nel Medioevo, si stabilì la popolazione che abitavo il territorio segestano.

I vicoli di Calatafimi

Restaurati di recente nel cuore più antico di Calatafimi, essi testimoniano la storia più antica della città, non  la storia dei manuale scolastici ma la storia popolare e spicciola di tutti i giorni. Più che vicoli essi possono essere definiti bagli, ossia cortili aperti e comunicanti tra loro o con le strade, estrema evoluzione delle corti agricole arabe, con amplissimi archi a tutto sesto o con campate dalla curva particolarissima. L’insieme di questi vicoli è già di per sé un museo all’aria aperta con l’aggiunta di addobbi in ceramica e di piastrelle variamente decorate e iscritte.

Il castello Eufemio

Il castello Eufemio, tipico esempio di architettura normanno-sveva, costruito a scopo difensivo. Si trova su una collina che sovrasta tutto il paese. Di esso si hanno documenti scritti solo a partire della metà del XII secolo, allorché il viaggiatore e geografo Edrisi lo descrive come “un castello antico, primitivo con un borgo popolato”. Nella metà del XII secolo è uno dei castelli imperiali utilizzati dalle truppe di Federico II nella lotta contro i ribelli musulmani; fu poi il castello dei feudatari di Calatafimi e dei governatori che in alcuni periodi lo amministrarono per conto della Corona. Nel 1282, durante la rivolta dei Vespri, dimorava in esso il feudatario, il provenzale Gugliemo Porcelet, che, essendo amato dai suoi sudditi, fu risparmiato dai rivoltosi e rimandato incolume con i suoi familiari in Provenza. Fu poi presidio militare e prigione fino al 1868, anno in cui fu abbandonato.